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Uno sguardo alle ADR on line!

 

…ovvero Come risolvere i problemi di Internet attraverso strumenti di composizione alternativi al Tribunale “reale”…

 

di Valentina Renna (www.studiodl.it - www.scint.it/altaformazione) (*)

 

Cresce la litigiosità nel commercio (elettronico e non) nazionale e internazionale…e i Tribunali si intasano, in Italia come all’estero! E, mentre la durata media dei processi aumenta vertiginosamente, enti ed istituzioni privati si fanno avanti e offrono servizi di risoluzione delle controversie alternativi rispetto alla giurisdizione statale e “reale”.

Le iniziative assunte sul campo potrebbero risultare particolarmente gradite agli internauti, poiché consentono di risolvere le liti in modo veloce ed economico, evitando che un’operazione commerciale conclusa nel tempo di un click possa naufragare in pastoie giudiziarie di lunga durata.

Pionieri sul campo gli americani che, già a partire dalla fine degli anni novanta, hanno elaborato una serie di strumenti di risoluzione delle controversie da utilizzare in ambito virtuale. Convenienza e rapidità dei mezzi risultano naturalmente apprezzate e incontrano la filosofia del web, che fa dell’abbattimento delle barriere di tempo e spazio il suo principale credo. Arbitrato, conciliazione, mediazione: sono solo alcune delle possibilità offerte alle parti per orientarsi nel mare magnum della dispute resolution virtuale.

Due i modelli più in voga: quello della negoziazione assistita e quello della negoziazione automatica.

Nel primo caso v’è l’intervento di un terzo neutrale che aiuta le parti in contesa a trovare una soluzione; nel secondo, l’intermediazione di un conciliatore in realtà non sussiste, sostituita da un software che, sollecitando i litiganti a scambiarsi offerte e controfferte, diminuisce il divario tra le posizioni fino a far rientrare le offerte delle parti in un range che risulti di reciproca soddisfazione.

Anche nel nostro paese, ove il tormento dei tempi biblici della giustizia togata è costato più di una condanna davanti alla Corte di Giustizia, si fanno strada queste forme di giustizia privata, denominate oltreoceano Online Dispute Resolution. Capofila in Italia è la Camera di Commercio di Milano, ente particolarmente attivo nel campo con il servizio di conciliazione Risolvionline (www.risolvionline.it).

La conciliazione può essere probabilmente definita come il più flessibile ed informale tra gli strumenti alternativi di giustizia. Appartenente alla prima delle due classi di strumenti sopradescritte, si caratterizza per il fatto che il conciliatore interviene tra le parti coinvolte per aiutarle - attraverso il confronto di ragioni e richieste - a trovare una soluzione che possa rappresentare il giusto contemperamento degli interessi in causa.

Lo strumento dell’ente camerale milanese, attivo dalla fine del 2001, nasce in un primo momento per risolvere le controversie legate al commercio elettronico diretto, alle transazioni elettroniche lato sensu intese, alle aste on line e a problemi di connessione e, da pochi mesi, risulta utilizzato anche per la decisione delle controversie tradizionali. Esso sembra escludere qualsiasi forma di negoziazione diretta tra le parti, prediligendo piuttosto l’incontro in chat room tra le parti ed il terzo conciliatore. In tal modo informalità e velocità della procedura vanno a braccetto.

Il tutto avviene interamente online, dalla richiesta iniziale all’accordo finale. Questi i passaggi fondamentali: la parte che intende promuovere la procedura invia a Risolvionline la domanda di conciliazione online, secondo il modello presente sul sito della camera arbitrale. L’ente, ricevuta la richiesta, invita l’altro contendente a partecipare alla conciliazione; è questa una fase molto delicata in cui l’istituzione è tenuta ad esprimere autorevolezza ed elasticità nel contatto (cfr. Rinaldo Sali – Risolvionline della Camera Arbitrale di Milano. Il modello e la procedura in La Risoluzione Alternativa delle Controversie, di Marco Pierani e Enrico Ruggiero, Giuffré Editore) al fine di evitare che la parte interpellata si trinceri dietro le personali ragioni, respingendo in toto le posizioni del richiedente.

In caso di adesione, viene scelto un conciliatore tra quelli iscritti nell’elenco di Risolvionline, tutti professionisti formati nelle tecniche di conciliazione e - si auspica - anche adusi alle tecniche di comunicazione a distanza, vista e considerata la totale assenza degli aspetti emotivi propri della comunicazione de visu (tono della voce, espressioni eloquenti...). Il professionista scelto avrà naturalmente i requisiti di imparzialità e indipendenza nei confronti degli interessati e della materia del contendere. Successivamente viene fissata data e ora dell’incontro tra il conciliatore e le parti; l’incontro avviene in un’area riservata del sito internet della Camera Arbitrale, protetta da password, username e codice della conciliazione, forniti dall’ente (la discussione avviene in forma di e.mail scambiate tra le parti). È il conciliatore a tenere il ritmo degli incontri, fissando le successive “udienze” di conciliazione. L’eventuale accordo raggiunto online si perfeziona con lo scambio off line tra le parti del verbale di conciliazione mutuamente sottoscritto. Quel verbale è un vero e proprio contratto che ha forza di legge tra le parti.

Le tariffe, visualizzate sul sito, sono strettamente legate al valore della controversia ed il pagamento dei servizi di conciliazione è subordinato all’adesione alla proposta di conciliazione ad opera della controparte, e quindi all’effettivo incontro dei litiganti. È bene sottolineare che il conciliatore non riceve mai direttamente dalle parti il compenso per l’attività svolta: in caso contrario si configurerebbe come un vero e proprio attentato alle esigenze primarie di imparzialità e terzietà del professionista innanzi menzionate.

Il servizio – che annovera tra i suoi utenti sia italiani che stranieri – è in realtà l’unico che si svolge interamente on line, come tiene a precisare la dott.ssa Regazzoni della Camera Arbitrale; infatti, gli altri enti utilizzano per lo più il sistema della conference call, ove è l’apparecchio telefonico il medium dell’incontro.

Possibile fare un bilancio dell’esperienza intrapresa? Diciamo che i dati non sarebbero esattamente rappresentativi della realtà in atto. Fino ad oggi le domande di conciliazione sono state circa 60 e quando v’è stato contatto virtuale dei contendenti in chat room l’accordo è stato raggiunto in più del 50% dei casi. Inoltre, lo strumento può essere implementato, anche con sistemi di comunicazione video e audio, atti a superare l’impasse del carattere virtuale dell’incontro.

Il riscontro è da ritenersi senza dubbio positivo, sol che si consideri che il lancio dell’iniziativa non è stato accompagnato da un battage pubblicitario vero e proprio e che nel nostro paese, purtroppo, si sconta ancora un gap culturale nei confronti degli strumenti conciliativi e dell’uso combinato degli stessi con i mezzi offerti dalla moderna tecnologia. In ogni caso l’evoluzione è a portata di click.

Tuttavia una chiosa critica s’impone poiché si avverte l’obbligo “morale” di riportare anche le voci fuori dal coro (formulando un’obiezione valida in realtà per tutti gli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie). Non c’è chi non veda dietro la spinta all'utilizzo di tali forme di giustizia privata una retorica ben precisa, che è quella del limitare - o peggio ancora impedire - l'accesso alla giustizia vera (quella togata) ad opera della parte più debole...Autorevoli esponenti di quel “nuovo” ramo del sapere che va sotto il nome di antropologia giuridica pongono l'accento sulla circostanza che dire “mezzi alternativi di soluzione delle controversie” equivale a dire “compromesso”, una sorta di grigio indefinito, in cui manca una posizione che si stagli nettamente e prevalga rispetto alle altre....non c'è chi ha torto del tutto o, al contrario, ragione del tutto. Ma questa è tutta un’altra storia…

 

 

(*) Avvocato in Lecce, collabora nella Studio Associato D&L. (www.studiodl.it). Docente nel Corso di Alta Formazione in Diritto&Economia del Commercio Elettronico e Internazionale (www.scint.it/altaformazione).

 

 

04/03/2004

 

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